"Parliamo di guanti.
Prima di tutto vi debbo dire che non si può mai biasimare abbastanza l'abitudine di certe signore che, pur di mostrare una mano piccina la restringono entro guanto tanto stretto da impedire la circolazione del sangue, senza pensare alla cattiva impressione che destano."
Questa è una citazione da un articolo presente nella "Moda Illustrata", rivista settimanale italiana di cui ho la collezione completa dell'anno 1898. Il testo prosegue parlando di come lavare il guanto, articolo indispensabile per qualsiasi dama di buona famiglia quando esce in carrozza: in acqua e sapone, con miscela di latte e carbonato, o per chi vuole una "soluzione spiccia, ma costosa la lavatura con la benzina".
In un altro articolo, targato 11 agosto, si parla invece del Bagno al mare. Visto che l'Estate ormai è vicina mi pare un argomento interessante! Il testo dice: "Io non posso che ripetervi quanto ne pensa il mio dottore, il bagno di mare in questa stagione può durare da quindici a trenta minuti (...) però le persone assai sensibili debbono cominciare con bagni brevissimi di due o tre minuti. Poi si può allungare giorno per giorno...fino ad arrivare a rimanere nell'acqua per mezz'ora ed anche più".

Di solito le dame vittoriane cambiavano i loro abito con i costumi da bagno in apposite carrozze, poste lungo la riva del mare.
Ed ancora in un articolo di luglio, scritto dalla stessa giornalista di nome Lina: " perché le donne vogliono deturparsi coi grotteschi calzoni? Molto più estetico è il nuovo modello di gonna. Le tinte sono a piacimento (...) Ma la gonna è d'impaccio alle ardite nuotatrici e allora meglio il costume in tre pezzi formato dalla blusa, i calzoncini e la gonna che si può mettere o togliere a piacere. E non dimenticate un piccolo bustino (...) in tulle leggero, che si porta sulla pelle sotto al costume, che non stringe il corpo ma sostiene il seno e corregge qualche lieve imperfezione".
Un costume da bagno molto popolare che includeva sia pantaloni che una gonna durante la tarda epoca vittoriana era il cosiddetto "Princess Suit" - questo è probabilmente il tipo di costume di cui parlava Lina: un abito intero (simile ad una tuta) che aveva il corpino attaccato ai pantaloni. La gonna invece era un capo di abbigliamento separato che poteva essere tolto a piacimento. Di solito le gonne raggiungevano il polpaccio durante tutta la prima metà dell'Ottocento, ma divennero più corte nel 1890. Per molti queste Princess Suit sono i precursori del moderno costume intero.

Negli articoli della mia rivista vengono citati anche alcuni dei colori e tessuti in voga all'epoca, come si dice sopra i colori sono a gusto, ma molto diffuso era il nero per la seta. Tra i tessuti diffusissimi c' erano il cotone, la lana (di alpaga in particolare), spugna per gli accappatoi. Ed i calzini lunghi e neri erano spesso un must "per diminuire la curva delle gambe e farle apparire più sottili", le calze bianche "sono per donne più magre", quelle a righe "se verticali allungano, se trasversali ingrossano".
Insomma, noi moderni non ci siamo inventati nulla: questi ragionamenti ed effetti visivi esistevano già dai secoli scorsi al nostro.

Un costume da bagno di inizio 1900 con design a righine verticali. Questo costume si trova nel Metropolitan Museum. Ho disponibile su ordinazione un modello ispirato a questo nel mio Negozio.
I costumi da bagno potevano avere diversi fronzoli, finiture e decori durante la tarda età vittoriana e l'epoca edoardiana. Mentre nel periodo di inizio Ottocento si considerava il bagno principalmente come un trattamento medico, da metà secolo si iniziò a pensare al mare come un luogo dove incontrare amici ed avere interazioni sociali. Per questo motivo i costumi da bagno femminili vennero accorciati sempre di più ed iniziarono ad essere colorati e più decorati. I tessuti (di solito in flanella di lana o cotone) potevano essere monocolori o come dicevamo a righe, ma anche in fantasie più particolari come per esempio il Tartan:

A proposito di stranezze: sapevate che molte dame vittoriane cucivano pesetti agli orli dei propri costumi da bagno? Lo si faceva per impedire alle gonne di fluttuare in mare, mostrando così le gambe scoperte e nude. Che vergogna sarebbe stata!

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